Il pubblico di Florence & The Machine, come diventa chiaro fin dall’apertura dei cancelli dell’Ippodromo SNAI San Siro, è uno dei fattori che contribuisce a rendere magica ogni performance della band. In fila, sotto il sole implacabile di giugno, ci sono persone di ogni età che hanno lasciato via libera alla propria creatività con fiori, make up e abiti rispettando lo stile unico, e davvero inimitabile, di Florence Welch.
Gli I-Days 2023 hanno infatti portato in Italia una delle artiste più carismatiche degli ultimi anni, in grado di dominare con il suo carisma e coinvolgere con la sua umanità.

Nel pomeriggio sul palco c’era stato spazio anche per Sudan Archives, dallo stile musicale e dalle sonorità interessanti ma meno incisive rispetto a quanto si potesse prevedere, e Foals, band la cui performance davvero convincente, per energia e qualità, è stata funestata da problemi tecnici che non dovrebbero verificarsi in appuntamenti di questo livello.

L’entrata in scena di Florence sulle note di Heaven Is Here scatena, giustamente, l’entusiasmo e anticipa un concerto in cui l’artista non si risparmia in nessun momento, offrendo la propria arte e se stessa per creare un rito colletivo da cui è impossibile non uscire con una rinata passione per l’arte e con un’incontenibile ammirazione per gli artisti impegnati sul palco.
La setlist dà forse minor spazio al più recente album di quanto fosse prevedibile alla vigilia, scegliendo l’approccio da “festival”, ma è un sapiente alternarsi di ritmi. Dalla potenza espressiva di King alla trascinante Free passando per Ship to Wreck, dalla trascinante Dog Days are Over passando per il tuffo tra il pubblico adorante, Florence Welch e la sua band accompagnano gli spettatori in un viaggio alla (ri)scoperta delle proprie emozioni e all’insegna dell’accettazione delle ombre che possono segnare la propria vita, trasformando persino le proprie ansie in uno dei brani più trascinanti del concerto.
L’intensità dell’interpretazione di June lascia il segno, canzoni come Cosmic Love in grado di emozionare fino a commuovere, e la scelta della FAM Italian Army di organizzare la propria fan action su My Love ha reso uno dei momenti più catartici della serata, all’insegna della “risurrezione della danza”, ancora più emozionante con il rosso dei foulard che hanno inondato il pit.
L’encore composto da Never Let Me Go, Shake It Out e Rabbit Heart ha chiuso una serata che si potrebbe, senza dover incorrere in critiche, definire divina.

By B.P.

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