Fire Cannot Kill a Dragon

La serie Game of Thrones – Il Trono di Spade ha, senza alcun dubbio, lasciato il segno nel mondo televisivo e dell’intrattenimento e James Hibberd con Fire Cannot Kill a Dragon regala un interessante e imperdibile racconto del dietro le quinte dello show.
Il volume scritto dal giornalista di Entertainment Weekly ripercorre tutte le fasi della realizzazione dell’adattamento televisivo della saga creata da George R.R. Martin dalla sua ideazione al tanto discusso epilogo, avvalendosi di interviste, ricordi personali e anneddoti condivisi dagli showrunner, dai produttori, dai protagonisti e dall’autore dei romanzi.

Uno dei dettagli che spesso i critici e i fan minimizzano, o addirittura dimenticano, è la portata dell’impresa compiuta da David Benioff e Dan Weiss che hanno preso un’opera dalle caratteristiche “impossibili” da tradurre per lo schermo gettando le basi, all’epoca in modo inconsapevole, per un successo mondiale in grado di dare vita anche a spinoff, progetti editoriali, videogame e avere un impatto incredibile sulla cultura e sulla società, ispirando persino i genitori nella scelta dei nomi per i propri figli.
Hibberd parte proprio dall’idea, sulla carta quasi folle, di portare la storia di Martin sugli schermi televisivi, dai primi incontri con Martin e dagli incontri con i vertici della HBO, affrontando i dubbi e le perplessità legate al potenziale interessamento da parte degli spettatori per un progetto fantasy in costume. I risultati inferiori alle aspettative ottenute da Roma e il paragone insostenibile con la trilogia del Signore degli Anelli firmata da Peter Jackson avrebbero potuto rendere irrealizzabile il sogno dei due sceneggiatori e produttori emergenti, riusciti però a ottenere la fiducia necessaria a produrre l’episodio pilota.

Le persone che hanno amato seguire la lotta per il potere a Westeros in Fire Cannot Kill A Dragon possono scoprire nuovi dettagli del pilot realizzato e mai andato in onda e i motivi per cui è stato necessario effettuare dei cambiamenti tra gli interpreti e ritornare sul set. Il racconto di come è stato effettuato il casting è inoltre davvero piacevole da ripercorrere attraverso i ricordi delle star che, prima di ottenere ruoli ormai iconici, erano in molti casi ai primissimi passi della propria carriera come accaduto a Kit Harington, Sophie Turner o Maisie Williams, senza dimenticare Emilia Clarke che ha ottenuto la parte di Daenerys sostituendo Tamzin Merchant, interpreta della giovane Targaryen nella prima versione del pilot.

L’amore dell’autore del libro per Game of Thrones traspare nella sua narrazione, permettendo in un certo senso di immedesimarsi con il suo punto di vista nel ripercorrere i momenti cult dello show come la morte di Ned Stark, la prima apparizione dei draghi, le traumatiche Nozze Rosse e le spettacolari scene di battaglia, le tante morti, l’introduzione (poco riuscita) di Dorne, la traumatica camminata di Cersei in mezzo alla folla urlante per “espiare” i propri peccati, la controversa prima notte di nozze tra Sansa e Ramsay, fino agli eventi dell’ultima stagione.
Hibberd offre degli approfondimenti su tutte le decisioni prese dagli autori e sul monumentale lavoro compiuto dal team della produzione, ribadendo il valore di un progetto che, per ambizione, ha difficilmente dei paragoni nel panorama televisivo degli ultimi anni e ha aperto le porte a una nuova ondata di titoli fantasy sul piccolo e grande schermo.
Il libro permette anche di capire quanto il talento delle persone impegnate dietro la telecamera, dal team che ha coordinato tutto il lavoro dal punto di vista produttivo ai r visionari come Miguel Sapochnik, abbia contribuito in maniera significativa a costruire alcuni dei momenti più indimenticabili di Game of Thrones, celebrando i sacrifici compiuti durante la creazioni di puntate che sono ormai entrate nella storia della televisione, dalla Battaglia dei Bastardi alla Lunga Notte.

Lo stile di scrittura scorrevole e i contenuti accattivanti e interessanti rendono A Fire Cannot Kill a Dragon una lettura stimolante e che colma un po’ la mancanza dello show, in attesa del già annunciato Fire and Blood e dei potenziali show attualmente in fase di sviluppo per HBO, lasciando però la voglia di rivedere tutte le stagioni di Game of Thrones.

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By B.P.

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