Restore the SnyderVerse – 5 Motivi per cui potrebbe essere un’idea vincente

L’arrivo di Zack Snyder’s Cut Justice League e l’evidente passo in avanti compiuto nel raccontare la storia del team di eroi tratti dai fumetti della DC ha alimentato le richieste dei fan di dare una seconda chance alla visione originale del regista dando il via alla campagna Restore the SnyderVerse e questa ipotesi, seppur apparentemente esclusa dai vertici della Warner, se diventasse realtà potebbe invece rappresentare un’occasione da non perdere per la nuova piattaforma di streaming.

Zack Snyder, durante la promozione del film arrivata sugli schermi anche in versione Justice Is Gray, non ha esitato nel condividere i dettagli dei suoi progetti per i successivi capitoli della trilogia e i fan, dopo Release the Snyder Cut, hanno iniziato a sostenere la campagna Restore the SnyderVerse, chiedendo allo studio di produrre i capitoli mancanti che erano stati ideati prima del 2017. Lo studio, recentemente, sembra aver respinto le ipotesi di dare il via libera al progetto, e alla distribuzione del montaggio originale di Suicide Squad di David Ayer, ma è davvero una buona idea? Riflettendoci potrebbero esserci delle valide giustificazioni nel sostenere le richieste dei fan, tenendo inoltre conto che l’esistenza del Multiverso permette di poter proporre in contemporanea varie versioni dei personaggi senza particolari problemi. Un proseguimento in versione animata, seppur non privo di potenziali aspetti positivi, invece, difficilmente riuscirebbe a ricreare l’appeal dello stile visivo di Snyder e alla sua narrazione, così ricca di dettagli e sfumature.

  1. La concorrenza con le altre piattaforme
    HBO Max deve affrontare la concorrenza di realtà ormai consolidate come Netflix e Disney+ e i responsabili della piattaforma hanno già dato il via libera a due diversi show del DC Extended Universe, lo spinoff di The Suicide Squad: Missione Suicida dedicato al personaggio di Peacemaker, e quello di The Batman che porterà sul piccolo schermo le storie legate al dipartimento di polizia di Gotham City. Warner sembra in parte voler puntare su marchi già amati e che possono contare sull’esistenza di un fandom leale, tenendo inoltre in considerazione i progetti legati a Game of Thrones, e i sostenitori di Zack Snyder hanno dimostrato senza ombra di dubbio di essere numerosi e particolarmente fedeli, rappresentando quindi potenziali utenti pronti ad acquistare un abbonamento al servizio. Disney+ può sfruttare il traino di progetti targati Marvel e Star Wars, mentre Netflix è ormai una certezza e altre realtà sembrano, oltre a poter attingere ai clienti dei servizi Amazon e Apple, aver trovato un proprio target di riferimento in grado di sostenere economicamente la realizzazione di progetti ambiziosi e l’acquisizione di titoli da distribuire. Offrire in esclusiva i tasselli mancanti dello SnyderVerse che erano stati pianificati potrebbe quindi dare a HBO Max un’importante sostegno economico e attirare nuovi utenti.
  2. Un investimento giustificabile e gestibile
    Realizzare senza modifiche rispetto ai piani originali i due capitoli mancanti della trilogia di Justice League potrebbe rappresentare un investimento forse eccessivo rispetto al budget attualmente a disposizione dopo la difficile situazione affrontata a causa della pandemia. Zack Snyder’s Justice League dovrebbe però continuare con l’arrivo di Darkseid sulla Terra e, basandosi sulle dichiarazioni del regista, qualche aggiustamento potrebbe rendere il progetto realizzabile con dei costi non particolarmente alti, valutando successivamente come procedere con l’ultimo capitolo della storia. Concentrando la propria attenzione su Darkseid e sfruttando la tecnologia usata per progetti come The Mandalorian, si potrebbe limitare in modo considerevole i costi legati al cast e alle scenografie. Trattandosi di una storia di Justice League è comunque impensabile pensare a un’assenza delle star del progetto che dovrebbero offrire la propria disponibilità e rinnovare i propri contratti. Ezra Miller e Ben Affleck, prossimamente, saranno però impegnati sul set di The Flash e si potrebbe cogliere al volo l’occasione di girare delle sequenze utili per dare forma a Justice League 2, oltre a poter ipotizzare la realizzazione di sequenze che coinvolgono anche Kiersey Clemons che interpreta Iris West, il padre di Barry Allen e probabilmente Alfred, interpretato da Jeremy Irons. Le riprese previste a Londra, inoltre, permetterebbero di coinvolgere Henry Cavill che non ha nemmeno bisogno di un periodo di preparazione fisica avendo terminato da poco le riprese della seconda stagione di The Witcher e, infortuni permettendo, avendo da tempo un approccio mentale e fisico che gli permette di mantenersi perfettamente in forma anche durante le pause dal lavoro. L’eventuale preparazione di sequenze d’azione con al centro Superman non dovrebbero richiedere quindi molte settimane e difficilmente la star britannica rifiuterebbe l’occasione di interpretare nuovamente la parte di Clark Kent, considerando inoltre che è già in programma un reboot ideato per introdurre quasi certamente una nuova versione del supereroe. Le scene con protagonista Amy Adams, presenza essenziale nella storia, sulla carta non dovrebbero comunque essere numerose e dovrebbero richiedere un numero ridotto di giorni da trascorrere sul set. Jason Momoa è in una situazione simile e prossimamente sarà impegnato sul set di Aquaman, altra occasione utile a realizzare sequenze in cui potebbe apparire anche Mera, interpretata da Amber Heard e gli altri personaggi coinvolti nella storia di Atlantide. Il coinvolgimento di Ray Fisher potrebbe essere più complicato, considerando le sue accuse nei confronti dei vertici dello studio, mentre l’assenza di Gal Gadot potrebbe essere temporaneamente giustificata dal ritorno di Wonder Woman a Themyscira. Il coinvolgimento di personaggi come Deathstroke e potenzialmente Harley Quinn e Joker potrebbero slittare a un eventuale terzo capitolo modificando in parte il progetto iniziale terminando Justice League 2 con il passaggio di Superman tra le fila di Darkseid, concentrando la parte della storia ambientata nel mondo post-apocalittico e lo scontro finale nel capitolo conclusivo della storia. Questo permetterebbe di non perdere tempo prezioso dal punto di vista produttivo, mettendo in cantiere il sequel in tempi relativamente brevi e sfruttando il successo di Zack Snyder’s Justice League, e permettere agli attori di avere il tempo di ritagliarsi tra i propri impegni professionali e privati lo spazio necessario alle riprese di un progetto impegnativo come il potenziale terzo capitolo della storia. Modificare il secondo capitolo della trilogia in un film maggiormente dedicato alla storia di Darkseid potrebbe inoltre rendere il villain un personaggio multidimensionale e dare più profondità alla narrazione, oltre a distinguersi dall’abituale approccio dei cinecomic in cui i villain rimangono spesso in secondo piano avendo poco tempo a disposizione sullo schermo, risultando così una proposta originale e non priva di un certo appeal anche al di fuori del fandom. Limitare l’uso delle star aiuterebbe inoltre a diminuire il costo di Justice League 2, elemento non trascurabile.
  3. Il ritorno di immagine
    Warner Bros, dopo le accuse di Ray Fisher e quanto accaduto con Zack Snyder e David Ayer, non è uno studio attualmente associato da molti fan dei fumetti della DC a un’idea all’insegna della libertà creativa e all’inclusione. A lungo andare questi attriti, considerando l’importanza dei progetti legati ai personaggi tratti dalle pagine per lo studio, potrebbero avere delle conseguenze per quanto riguarda la collaborazione con i registi e gli attori, e il sostegno degli spettatori. Il movimento che ha sostenuto la richiesta di distribuire la versione Snyder Cut di Justice League è stato accusato, in più occasioni e per motivi non del tutto incomprensibili, di essere tossico, ma scegliere di avere un approccio meno duro e più diplomatico alle richieste dei fan potrebbe far riconquistare la fiducia di un’importante fetta di pubblico. Il ritorno di immagine dell’annuncio di una seconda chance al progetto, che ha pagato in modo eccessivo le conseguenze negative di una situazione in cui le richieste dello studio hanno contribuito a ottenere un risultato non all’altezza delel aspettative, sarebbe particolarmente interessante e potenzialmente positivo, trasmettendo l’idea di una realtà professionale in cui si tiene conto dell’individualità degli artisti con cui si collabora e si rispetta il pubblico. Una strategia di questo tipo, a lungo termine, potrebbe avere delle ripercussioni positive per lo studio e per i prossimi progetti, non necessariamente legati alla DC, prodotti.
  4. Il merchandise e le licenze
    A livello economico è innegabile che la popolarità delle attuali star di Justice League sia sfruttabile in modo più sicuro e senza incognite rispetto alla creazione di linee di merchandise legate a nuove versioni dei personaggi. Permettere ai fan, vecchi e nuovi, di conoscere i personaggi diminuisce i potenziali rischi economici di un potenziale investimento dal punto di vista commerciale, la creazione di licenze ed eventuali linee da vendere in esclusiva nei propri parchi. La vendita di merchandise, progetti editoriali, linee di abbigliamento, gadget e action figure con i volti del cast di Justice League, ideando una strategia di sfruttamento dei marchi ben calibrata per non sovrapporsi alle uscite relative ai film della DC già annunciati, aumenterebbe non di poco le entrate economiche.
  5. Lasciare aperte tutte le porte
    Dare spazio allo Snyderverse potrebbe, infine, rappresentare un’ottima opportunità per tenere aperta ogni porta relativa allo sviluppo futuro dei progetti della DC per quanto riguarda l’approccio narrativo, l’atmosfera e i personaggi da utilizzare. Zack Snyder, secondo quanto ha dichiarato nelle ultime settimane, aveva infatti previsto l’introduzione di numerosi personaggi che attualmente non sono al centro di film e serie tv in fase di sviluppo. Permettere di concludere la sua trilogia getterebbe invece la base per un’espansione del DC Extended Universe potendo inoltre verificare la reazione degli spettatori ad alcuni personaggi. Avendo già a disposizione The Suicide Squad: Missione Suicida, che si preannuncia come uno dei titoli più esilaranti e irriverenti dell’anno, The Batman dalle caratteristiche più simili a un noir, e sequel dedicati a eroi già conosciuti come Aquaman, proporre la visione maggiormente dark, filosofica e ricca di azione di Snyder offrirebbe ai futuri registi e autori una visione completa delle aspettative degli spettatori e degli elementi apprezzati e quelli bocciati dal proprio target di riferimento, dalla critica e dal pubblico, calibrando con più attenzione i prossimi progetti se si volesse muoversi su percorsi sicuri o sapendo con certezza cosa potrebbe rappresentare una visione davvero originale per quanto riguarda i titoli della DC destinati al cinema o a HBO Max.

Zack Snyder’s Justice League, recensione: Un malinconico lieto fine o un soprendente nuovo inizio?

Zack Snyder’s Justice League è finalmente arrivato e la visione delle quattro ore che compongono la versione ideata inizialmente dal regista si conferma come un importante passo in avanti rispetto ai precedenti progetti della DC, facendo però emergere due problematiche: l’assenza di un progetto concreto relativo alla realizzazione della continuazione della storia suscitando ancora più dispiacere rispetto a quello provato dopo aver assistito ai problemi di quanto proposto sugli schermi nel 2017, e la consapevolezza che se i vertici di Warner Bros avessero voluto un cinecomic della durata intorno alle due ore, come svelato da numerose indiscrezioni, il materiale girato inizialmente era quasi impossibile da gestire, rendendo quindi comprensibile la scelta del team di Joss Whedon di trasformare radicalmente il racconto.

Nel 2017 uno dei problemi più grandi di Justice League era legato al fatto che gli spettatori non conoscevano abbastanza i personaggi per potersi lasciare coinvolgere nella prima avventura del team creato da Batman e il nuovo film dimostra che era possibile risolvere la questione sacrificando, però, una durata considerata adatta al proprio target e alle esigenze degli spettatori. Mantenere il materiale realizzato da Zack Snyder senza suddividerlo in due lungometraggi (con un cliffhanger ad esempio sul ritorno di Superman) avrebbe, quasi sicuramente, portato a un risultato persino peggiore del tanto discusso Batman v Superman: Dawn of Justice che aveva infatti guadagnato in chiarezza e profondità con l’Ultimate Edition che comprendeva scene tagliate dal montaggio distribuito nei cinema. Pensare di proporre un racconto coerente e convincente tagliando la metà di quanto mostrato in questa nuova versione di Justice League sarebbe stato un ulteriore passo falso rendendo la costruzione delle storie dei protagonisti, l’introduzione dei villain e delle loro motivazioni, e lo scontro finale inevitabilmente affrettati, approssimativi, superficiali e insoddisfacenti. Warner Bros poteva distibuire nelle sale un lungometraggio di quattro ore? A posteriori è impossibile avere una risposta, ma è innegabile che il progetto rappresenti una proposta quasi perfetta per una piattaforma di streaming come HBO Max e, se si trovasse un accordo relativo al budget e si avesse il sostegno delle star, potrebbe dare il via a un progetto ambizioso e coraggioso continuando lo Snyderverse e rendendo giustizia ai personaggi ormai delineati e permettendo ai loro interpreti, in particolare a Henry Cavill e al suo Superman, di concludere l’esperienza sugli schermi nel migliore dei modi.

Zack Snyder’s Justice League non è un film privo di difetti e chi non ama lo stile del suo realizzatore difficilmente riuscirà ad amare anche questa sua nuova fatica, tuttavia riesce a delineare davvero bene i “nuovi” arrivi nel DCEU rappresentati da Flash e Cyborg, e a dare nuove sfumature a figure ormai conosciute dagli spettatori come Wonder Woman e Aquaman. Lo spazio dedicato a ognuno degli eroi è finalmente adeguato per permettere agli spettatori di seguire la narrazione comprendendo le motivazioni di ognuno di loro, le differenze esistenti tra i membri della Justice League e i loro punti in comune. Le tematiche del rapporto tra genitori e figli, già centrale in L’uomo d’acciaio, e della ricerca del proprio posto nel mondo diventano in questo caso essenziali e Snyder le sviluppa in modo esaustivo ed emozionante, sfruttando in particolare la presenza di Cyborg e il maggior spazio dato a figure chiave come quella di Alfred, interpretato in modo magistrale da Jeremy Irons.
Ezra Miller e Ray Fisher, in questa versione, hanno finalmente modo di non rimanere in secondo piano rispetto al trio composto da Superman-Batman-Wonder Woman che era già stato introdotto nei lungometraggi precedenti e nemmeno di essere messi in ombra a causa della carismatica e imponente presenza di Jason Momoa nel ruolo di Aquaman.
La narrazione ha i suoi momenti fin troppo retorici e al limite dello stucchevole, come l’interazione tra Diana e una ragazzina che viene salvata durante un attacco terroristico, ma la sceneggiatura di Chris Terrio riesce a trovare l’umanità anche nei villain come Steppenwolf, meno undimensionale e più minaccioso rispetto a quanto proposto in precedenza. Gli appassionati dei fumetti, quasi sicuramente, troveranno alcune scelte e svolte discutibili, e non mancano i momenti forzati. L’insieme è però godibile e trova un buon equilibrio tra intrattenimento, grazie anche al Barry Allen interpretato da Miller che propone una ventata di leggerezza sopra le righe e inaspettatamente ben calibrata nel contesto, e capacità di offrire spunti di riflessione sul significato di eroismo, sacrificio, seconde occasioni e sulle conseguenze delle perdite subite nella propria vita.
La colonna sonora di Junkie XL, attingendo anche ai temi creati per gli altri film del DCEU, accompagna con una certa bravura l’evolversi della storia enfatizzando il ritmo delle sequenze d’azione, a tratti fin troppo elaborate ed enfatiche, e amplificando le emozioni dei momenti più personali. La fotografia firmata da Fabian Wagner e il formato scelto contribuiscono a mantenere il tratto distintivo di Snyder che contraddistingue il suo approccio al genere cinematografico.


Il cast, senza una storia “mutilata”, si dimostra all’altezza delle aspettative e, pensando al futuro degli adattamenti dei fumetti della DC in fase di sviluppo per Warner, l’elemento che causa maggior dispiacere è l’idea che si abbandonerà totalmente questa versione di Superman. Henry Cavill, nelle parti del film in cui appare, dimostra infatti di essere maturato come attore e di aver costruito un Clark Kent non privo di lati inaspettati, gettando in poche scene, in cui ruba la scena ai suoi colleghi, le basi per una storia del supereroe che avrebbe il potenziale per distinguersi in positivo all’interno del panorama dei cinecomic. Non sfruttare la possibilità di sviluppare le storie di varie versioni del personaggio usando lo stratagemma del multiverso già proposto con le serie televisive tratte dai fumetti della DC, rendendo quindi accettabile l’esistenza di più di vari Batman, Superman e Joker, considerando che Jared Leto riesce finalmente a non risultare una caricatura nell’iconico ruolo nei pochi minuti in cui appare, sarebbe un’occasione sprecata. Clark Kent risulta la colonna portante dello Snyderverse e il personaggio meriterebbe un degno epilogo alla sua storia, a prescindere che questo venga proposto sul grande schermo o su una piattaforma di streaming. La storia di Kal-El, così umano nonostante la sua origine aliena e ritornato in vita per dare speranza all’umanità e onore al popolo di Krypton, poteva davvero essere una delle carti vincenti del DCEU.

La visione di Zack Snyder’s Justice League conferma infine uno dei dubbi che erano da tempo emersi: la costruzione di un universo cinematografico ha bisogno di tempo prima di riuscire realmente a conquistare il proprio pubblico. Non è infatti da escludere che i film usciti nelle sale dedicati a Wonder Woman e Aquaman, ma in parte persino quasi flop come Suicide Squad o indirettamente il successo di Joker, abbiano contribuito a creare un’attenzione e un coinvolgimento maggiore nei confronti dei personaggi e delle loro storie. Le quattro ore che compongono Zack Snyder’s Justice League, sfruttando comunque la suddisvisione in parti che permette di compiere delle utili pause, non risultano così mai noiose e anche i difetti appaiono meno penalizzanti, lasciando l’impressione, arrivati nella già famosa sequenza ambientata nel Knightmare realizzata appositamente dopo l’approvazione ottenuta da HBO Max, di uno spettacolo finalmente in grado di usare a proprio favore gli elementi che hanno portato al successo i fumetti della DC.
I titoli di coda, accompagnati da una struggente cover di Hallelujah, suscitano un insieme di malinconia, catarsi e attesa per capire se si tratta di un lieto fine per Zack Snyder e il suo team, il cui lavoro è stato finalmente ripagato, o a sorpresa un nuovo inizio per i film degli eroi, e dei villain come Deathstroke e Joker, della DC.