Be Water

Be Water, il documentario diretto da Bao Nguyen (We Gon’ Be Alright) prodotto per ESPN, racconta la vita di Bruce Lee concentrandosi prevalentemente sulle difficoltà affrontate a causa del razzismo e dell’intolleranza nei confronti delle persone asiatiche esistente negli Stati Uniti, in particolare nel mondo di Hollywood.
Il progetto sfrutta le testimonianze di Linda Lee Cadwell, la moglie della star, di Shannon Lee e di chi ha avuto modo di lavorare e conoscere l’attore, delineandone un ritratto fin troppo lusinghiero e in cui i lati negativi della storia sono stati accuratamente smussati o del tutto eliminati. Se la parte dedicata all’infanzia e ai primi passi nel mondo dello spettacolo di Bruce Lee appaiono interessanti e regalano delle curiosità interessanti poco conosciute, la rappresentazione dei tentativi di sfondare a Hollywood e di quanto accaduto nel giorno della morte risultano invece poco obiettivi e del tutto di parte, tralasciando o modificando dettagli importanti che avrebbero forse fatto calare delel ombre non desiderate sull’immagine fin troppo idilliaca e perfetta proposta della vita di Bruce Lee. Nessun accenno, quindi, all’utilizzo di droghe leggere o amanti, poche parole tra le righe sul carattere complicato dell’esperto in arti marziali e un numero fin troppo esagerato di lodi e apprezzamenti sostengono la narrazione compiuta grazie a materiali d’archivio e alle interviste. Nonostante sia innegabile l’importanza avuta da Bruce Lee e il modo in cui sia diventato un’icona, Be Water propone anche delle informazioni non accurate come quelle riguardanti la serie Kung Fu o quanto accaduto nella giornata in cui l’attore ha perso la vita a Hong Kong, elemento purtroppo non a favore del documentario.
Il coinvolgimento della famiglia, tuttavia, permette di accedere a foto e video, anche privati, che aiutano a far emergere con efficacia la filosofia che animava la determinazione e la voglia di successo di Bruce, senza dimenticare il suo desiderio di ottenere una rappresentazione non stereotipata delle persone asiatiche e un salario equo rispetto ai suoi colleghi.


Be Water, purtroppo, passa rapidamente da un capitolo all’altro della vita della star senza addentrarsi realmente nelle tematiche affrontate, arrivando al tragico epilogo lasciando la sensazione di essere fronte a una versione fin troppo personale degli eventi che non ha mai trovato la giusta distanza necessaria per evitare di apparire come un prodotto girato per soddisfare chi è già fan o per creare un’apologia poco incisiva.

By B.P.

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